Le strade del Salento mostrano un panorama terribile: chilometri e chilometri di uno scenario dominato dagli spettrali olivi uccisi dal batterio killer, la Xylella. I numeri aggiornati non lasciano dubbi sulla gravità del fenomeno: 5-6 milioni di piante di olivo perse, pari a circa il 25% dei 21 milioni di ulivi coltivati in Salento; cinquemila posti di lavoro bruciati; decine e decine di frantoi in crisi.
Tra le provincie di Brindisi, Lecce e Taranto, la produzione scende in media su base annua di circa 30 mila tonnellate di olivo d’oliva. Il che si traduce in una contrazione di circa il 10% dell’intera produzione italiana, con un danno economico stimato sui 130 milioni di euro l’anno. La filiera a livello nazionale, secondo l’Ismea, vale 2,2 miliardi di euro solo nella fase agricola (più altre 3,2 miliardi in quella industriale), con 646 mila aziende, 1,16 milioni di ettari coltivati e quasi 4.500 frantoi. La coltura dell’olivo copre il 60% della superficie agricola a Lecce, il 58% a Brindisi e il 27% a Taranto.
Bisognerebbe continuare a incentivare la ricerca di nuove cultivar resistenti, promuovere gli innesti sugli ulivi secolari per provare a salvare, oltre all’economia, anche il paesaggio e quindi il turismo. Servirebbero azioni utili a rallentare l’avanzamento della malattia che rischia di mettere a repentaglio l’intera olivicoltura nazionale. Non tutto è tuttavia fermo: sono scesi in campo algoritmi e tecniche di rilevazione basate sui satelliti che promettono un salto di qualità negli interventi che possono far spostare l’intera filiera verso l’obiettivo di una agricoltura più competitiva e sostenibile.
E adesso arriva un altro aiuto, più pratico della tecnologia, a quattro zampe per contrastare la diffusione della malattia arrivata in Italia per colpa di alcune piante importate dall’America Latina. Come già avviene in porti e aeroporti contro trafficanti di droga e armi, per difendere l’ambiente, l’economia e l’occupazione nel fondamentale settore dell’olio extravergine ‘Made in Italy’, nasce la prima task force cinofila anti Xylella con cani specializzati nell’individuazione precoce del batterio attraverso l’olfatto grazie alla collaborazione fra Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (Enci) CNR-IPSP (Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante), Unaprol e Coldiretti.
La squadra speciale a quattro zampe verrà presentata per la prima volta a livello nazionale, martedì 7 dicembre alle ore 9 presso la masseria San Martino a Fasano, (Brindisi), frazione Pezze di Greco, in via San Martino di Tours 13. Si tratta della prima iniziativa pilota per sviluppare nuove azioni per prevenire la diffusione di malattie e insetti alieni che a seguito dei cambiamenti climatici e della globalizzazione dei commerci passano sempre più spesso le frontiere per arrivare in Italia dove causano perdite enormi all’ambiente, alla biodiversità e al patrimonio agroalimentare nazionale con pesanti danni occupazionali ed economici.