Alghe, vermi e micoproteine, derivate dai funghi, potrebbero raggiungere le tavole di moltissime persone nel prossimo futuro. Lo mette in luce uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge, che hanno analizzato i potenziali approcci in grado di migliorare la produzione alimentare in un’ottica di cambiamento climatico.
Secondo quanto emerge dal rapporto del team, guidato da Asaf Tzachor, aumentando la disponibilità di spirulina, clorella, larve di insetti, micoproteine, e alghe sarebbe possibile diminuire significativamente la malnutrizione (2 miliardi di persone soffrono di insicurezza alimentare) e incrementare la sostenibilità e l’adattabilità del comparto di produzione alimentare.
“Alimenti come alghe, mosche o vermi - sostiene Asaf Tzachor - hanno il potenziale per fornire una nutrizione sana. Questi prodotti, inoltre, non subirebbero l’effetto dei cambiamenti climatici in maniera eccessiva".
E grazie all’uso di sistemi all’avanguardia, sostengono i ricercatori, si potrebbe implementare un approccio di reti alimentari multicentriche. In questo modo il cibo potrebbe essere prodotto localmente, riducendo la dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali.