Le aziende agricole di cereali al centro del commercio globale hanno registrato un record di profitti in seguito all’impennata dei prezzi alimentari in tutto il mondo, e stando alle previsioni la domanda supererà l’offerta almeno fino al 2024.
Lo rileva il Guardian, evidenziando che il fatto suscita preoccupazioni per le possibili speculazione nei mercati alimentari globali, che potrebbe mettere i prodotti di base fuori dalla portata dei meno abbienti.
Circa 345 milioni di persone stanno vivendo un’insicurezza alimentare acuta, secondo il Programma alimentare mondiale (agenzia delle Nazioni Unite), rispetto ai 135 mln prima della pandemia di Covid-19.
Nel frattempo, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati di oltre il 20% quest’anno, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, in un contesto nel quale quattro società - Archer-Daniels-Midland Company, Bunge, Cargill e Louis Dreyfus (le prime tre sono multinazionali statunitensi, la quarta è francese), conosciute con l’acronimo ABCD - controllano circa il 70-90% del commercio mondiale di grano.
“I mercati globali del grano sono ancora più concentrati dei mercati dell’energia e ancora meno trasparenti”, ha affermato Olivier De Schutter, co-presidente di IPES-Food (il gruppo internazionale di esperti sui sistemi alimentari sostenibili) e relatore speciale delle Nazioni Unite su povertà estrema e diritti umani.
Le cause dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari sono complesse, anche se indubbiamente una forte accelerazione è stata impressa dalla guerra in Ucraina, uno dei principali produttori mondiali di grano, olio di girasole e fertilizzanti e la situazione rimarrà prevedibilmente difficile anche per quel che riguarda i raccolti del prossimo anno.