Uno dei paradossi dell’economia ivoriana: il primo produttore mondiale di cacao con una quota di mercato del 41% consuma poco cioccolato.
La colpa è di un prezzo molto elevato. Una tavoletta costa 2,30 euro, una follia per il costo della vita nel paese africano. Anche per questo, nel 2017, un ivoriano ha mangiato in media 500 grammi di cioccolato a fronte dei 3,6 chili di un francese.
La Costa d’Avorio trasforma soltanto il 35% della produzione totale di cacao, per lo più in semilavorati destinati all’estero. Il prodotto, una volta realizzato in Europa o negli Stati Uniti, torna di nuovo in Costa d’Avorio. Questo lungo viaggio di andata e ritorno fa lievitare i costi.
Dal 2012, tuttavia, il governo ivoriano ha concesso una serie di incentivi alle aziende produttrici: l’obiettivo è riuscire a trasformare all’interno dei confini nazionali il 50% del cacao prodotto entro il 2020. La volontà è stata confermata lo scorso 26 marzo a Abidjan, dove Ouattara e Nana Akufo-Addo, presidenti di Costa d’Avorio e Ghana - che insieme producono il 60% del cacao mondiale - hanno firmato una dichiarazione con la quale si impegnano a implementare una politica comune di marketing del cacao e a favorire maggiori investimenti privati nella trasformazione delle materie prime in Africa. Con l’obiettivo finale di non subire più il mercato ma diventarne protagonisti.