Con appena 4 ore di preavviso, la settimana scorsa, il premier Narendra Modi ha messo in lockdown 1,3 miliardi di indiani. Ma, ha spiegato, che non c’era un’alternativa valida per proteggere il proprio paese dal Covid-19.
Decine di migliaia di lavoratori migranti sono così stati costretti a camminare per centinaia di chilometri verso i loro villaggi nativi.
Alle persone è vietato – dal 24 marzo - lasciare le loro case per tre settimane in seguito al ‘blocco totale’ annunciato martedì. Tutte le attività non essenziali sono state chiuse.
Modi ha annunciato un piano da 22 miliardi di dollari per aiutare le fasce più povere. Ma sono in molti a temere che proprio i bisognosi difficilmente saranno raggiunti dagli aiuti governativi.
Abhijit Banerjee ed Esther Duflo - due dei tre vincitori del premio Nobel per l’economia nel 2019 - hanno spiegato che serve molto di più dei 22 mld messi a disposizione. In caso contrario, “la crisi della domanda si trasformerà in una valanga economica e le persone non avranno altra scelta che sfidare gli ordini imposti dal governo”, hanno scritto i due economisti sull’Indian Express.
E si consideri che – sebbene i casi registrati fino a ora siano ‘solo’ 1.000 e 25 i morti – si teme che il numero reale di infezioni possa essere molto più elevato. D’altronde, l’India ha uno dei tassi di tamponi effettuati più bassi al mondo.