“Per fine marzo l’Italia dovrebbe ricevere, da inizio campagna vaccinale, 13 milioni di dosi. La limitante di questa prima fase è stato il numero di dosi che sono state rese disponibili. Ne abbiamo avute 4 milioni e 700 mila, ne abbiamo usate circa i ¾, e altre 7 milioni e 700 mila sono attese a marzo “. È quanto ha spiegato Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
Per numero di dosi somministrate e popolazione siamo il secondo paese nell’Ue dopo la Germania, primo per popolazione vaccinata con doppia dose”. Ma se guardiamo all’Europa e, in particolare, al Regno Unito la forbice si allarga: a oltre 17 milioni di britannici è stata somministrata la prima dose (la seconda dose è stata inoculata a circa 600 mila cittadini).
Ma il problema è soltanto la disponibilità di dosi? O anche la velocità di somministrazione? Al ritmo di ¾ di inoculazioni rispetto ai vaccini disponibili (dati citati da Locatelli) entro quando saremo a quota a 9,75 mln di cittadini vaccinati (con la prima dose)?