Numeri molto rilevanti: sono quelli messi a segno dal sistema bancario italiano nel primo semestre del 2023, pronto a sfruttare i venti favorevoli per mettere a segno risultati mai visti in passato. Talmente significativi da essere anche difficilmente ripetibili in futuro.
D’altronde i bilanci diffusi nei giorni scorsi non ammettono repliche: i sei principali istituti di credito italiani, che messi insieme raggiungono oltre il 60 per cento delle attività del sistema del credito nazionale, hanno incrementato gli utili in media di oltre il 60 per cento rispetto a un anno prima, portandoli a superare gli 11 miliardi di euro.
Due fattori, in particolare, hanno reso possibili queste performance: il brusco aumento dei tassi di interesse, che ha fatto lievitare e perfino raddoppiare in qualche caso il margine di interesse (+56 per cento arrivando, in termini assoluti, a quasi 19 miliardi nel semestre), e l’altrettanto drastica riduzione del costo del rischio (nello stesso periodo gli accantonamenti per perdite su crediti si sono in modo speculare ridotti del 57 per cento, attestandosi a 1,5 miliardi) per la tenuta di imprese e famiglie nonostante uno scenario sempre più complesso caratterizzato da inflazione, aumento dei tassi e rallentamento economico.