Negli ultimi due anni, il margine di interesse delle banche italiane è tornato a salire grazie all’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca centrale europea per combattere l’inflazione.
Ma cosa è il margine di interesse? È la differenza tra i tassi di interesse che una banca guadagna dai prestiti che eroga e quelli che invece paga a chi le presta soldi, quindi sui depositi e in generale sui finanziamenti.
Rappresenta una delle principali voci di ricavo delle banche e storicamente tende a essere maggiore quando i tassi di interesse sono più alti.
Ciò è dovuto al fatto che, per diverse ragioni, i tassi sui depositi rispondono più lentamente alle variazioni dei tassi di riferimento decisi dalla Banca centrale rispetto a quelli sui prestiti.
Nell’ultimo decennio si era assistito a una riduzione di questo margine, favorita dalle politiche monetarie iper-espansive della Bce. Se nel 2011 le banche italiane avevano un margine di interesse complessivo di circa 40 miliardi di euro, nel 2021 quest’ultimo era sceso a meno di 31 miliardi.
Nello stesso arco temporale, i tassi di interesse di riferimento sono passati dall’1 al -0,5 per cento. Tuttavia, negli ultimi 2 anni, l’accendersi dell’inflazione e la conseguente stretta monetaria della Bce, hanno portato i margini d’interesse delle banche italiane ad aumentare nuovamente, toccando i 38 miliardi di euro nel 2022.