A fine giugno, quando scadranno le moratorie su quasi 300 miliardi di euro di prestiti bancari, c’è il rischio che 2,7 milioni di imprese e famiglie italiane si trovino improvvisamente sull’orlo del sostanziale dissesto finanziario e in base alle nuove norme Eba essere classificati in posizione di default. È quando denuncia la Fabi spiegando che tra circa 100 giorni termina l’ultima proroga - introdotta con la legge di Bilancio - della norma che ha consentito di congelare le rate dei finanziamenti di 1,3 mln di aziende per 198 miliardi e di 1,4 mln di cittadini per 95 mld.
“A causa di una serie di vincoli approvati dall’Autorità bancaria europea (Eba), in vigore da gennaio scorso, il prossimo giugno dovranno essere applicate nuove stringenti regole sulla gestione dei crediti deteriorati (non performing loan) - sottolinea il sindacato -. La consequenziale interruzione delle moratorie, non più prorogabili, comporterà che almeno una quota rilevante dei soggetti con le rate attualmente sospese, in assenza di liquidità necessaria a rimborsare gli arretrati, possa essere classificata dalle banche in posizione di default.”
Le famiglie indebitate hanno fatto “ampio ricorso alle moratorie, soprattutto nei primi mesi della crisi generata dalla pandemia: alla fine del 2020, - comunica Bankitalia - circa 350.000 famiglie avevano aderito alla moratoria, l’1,5% del totale e il 12% di quelle indebitate. Al termine del periodo di sospensione, una quota di nuclei familiari potrebbe avere difficoltà a riprendere il regolare pagamento, poiché la loro capacità di sostenere gli oneri del debito dipenderà dalle condizioni dell'economia e dal recupero del reddito individuale. È pertanto cruciale definire il termine delle moratorie e distribuirne gli effetti nel tempo.”