Spesso negli ultimi anni sono stati pubblicati post su ‘quoted business’ dedicati alla folle crescita dei prezzi ad esempio in Venezuela e Turchia. E, allo stesso tempo, per anni le banche centrali hanno cercato di stimolare verso l’alto un livello dei prezzi giudicato troppo basso. Ma siamo sicuri che l’inflazione effettiva, nello specifico di alcuni prodotti e servizi, non viaggi da tempo su medie annue da percentuali a due numeri anche nel nostro paese?
Tutto si amplifica al momento dell’entrata in vigore della moneta comune. All’epoca, era il 2002, il problema non era stato tanto il presunto svantaggioso cambio con la lira accordato al governo italiano dalle autorità di Bruxelles quanto la manipolazione da parte del settore privato dei prezzi verso l’alto. Un’impennata che non è poi rientrata negli anni successivi, anzi da allora c’è stata una vera e proprio escalation. I prezzi di beni e servizi hanno subito una costante crescita negli ultimi anni, al punto che i listini di alcuni prodotti sono addirittura triplicati rispetto al 2001.
Lo rivela una indagine condotta dall’Associazione dei consumatori Consumerismo No Profit e dal Centro ricerca e studi di ‘Alma Laboris Business School’, che ha messo a confronto i prezzi di un paniere di 100 elementi tra beni e servizi, analizzando le differenze esistenti tra i listini al dettaglio in vigore ai tempi della lira e quelli odierni.
Si scopre così che i prezzi di alcuni beni sono quasi triplicati negli ultimi 20 anni: è il caso del cono gelato che nel 2001 costava 1.500 lire (0,77 euro), mentre oggi viene venduto nelle gelaterie in media a 2,50 euro (+224,7%). Una semplice penna a sfera ha subito un incremento del +207,7%, passando dalle vecchie 500 lire (0,26 euro) a 0,80 euro. Nel frattempo tuttavia i livelli salariali non sono cresciuti altrettanto, ma appena del 50% in termini nominali. Se nel 2001 la retribuzione media lorda di un lavoratore era di circa 19.500 euro annui, oggi si aggira attorno ai 29.300 euro, con una crescita del +50,2% in 20 anni.