Nonostante l’entrata in vigore (nel 2018) dello scambio automatico di informazioni fiscali, tra Svizzera e Ue, si apprende che l’Agenzia delle Entrate italiana si è rivolta all’Ufficio Federale delle Contribuzioni (il fisco elvetico) chiedendo “informazioni su persone fisiche i cui nomi sono sconosciuti con domicilio in Italia”. Tra il 2015 e il 2016 costoro avrebbero aperto relazioni bancarie presso Ubs Switzerland. La richiesta italiana risale al 6 dicembre del 2018 e ne ha dato notizia il 6 agosto la Gazzetta Ufficiale svizzera.
C’è un precedente, molto recente, riguardante 40 mila correntisti francesi di Ubs. L’istituto di credito si era opposto alla trasmissione dei loro dati a Parigi, ma il Tribunale Federale ha invece deciso che il fisco transalpino poteva accedervi. Tradotto, Ubs dovrà trasmettere a Parigi i nominativi dei clienti riottosi alla regolarizzazione.
Dopo le multe miliardarie, comminate da diversi paesi, in particolare Stati Uniti e Francia, alle banche svizzere, a Berna sono diventati più intransigenti con gli evasori fiscali.