Accordo fatto. Ubs acquista Credit Suisse per 0,76 franchi svizzeri per azione, o 3 miliardi di franchi svizzeri, secondo quanto si legge in una nota. “L’integrazione rafforza la Svizzera come centro finanziario globale”, ha detto il presidente di Ubs Colm Kelleher, al termine di una trattativa no stop iniziata mercoledì.
L’amministratore delegato di Ubs, Ralph Hamers, sarà alla guida della banca che nascerà dalle nozze fra i due istituti, che sono rispettivamente al primo (Ubs) e al secondo posto degli istituti elvetici.
L’operazione, che sarà fatta senza passare per l'approvazione degli azionisti, “non è un salvataggio ma una soluzione commerciale”. Lo affermano le autorità svizzere commentando le nozze fra Credit Suisse e Ubs. gruppo già ristrutturato anni fa e rilanciato con successo focalizzandolo sulle gestioni patrimoniali.
In cambio dell’operazione, Ubs ha ottenuto 100 miliardi di liquidità extra da parte della Banca Nazionale Svizzera, poi 9 miliardi di garanzie pubbliche a copertura di esuberi, cause legali e minusvalenze da cessioni. Poi, uno schermo sulle cause legali e la possibilità di derogare alle norme che prevedono sei settimane di tempo ai soci per avallare transazioni di questo genere.
Intanto, si apre anche un tema occupazionale importante. Secondo il sindacato rossocrociato dei bancari, la fusione tra le prime due banche domestiche potrebbe portare a circa 10mila esuberi.