L’azionista Saudi National Bank (Snb) ha negato l’aiuto: non fornirà ulteriore liquidità al Credit Suisse - la seconda banca della Confederazione elvetica per importanza - non potendo andare oltre la quota del 10%.
Il presidente di Snb, Ammar Al Khudairy, in un’intervista a Bloomberg TV, ha risposto a chi gli chiedeva se la banca fosse aperta a fornire ulteriore liquidità al Credit Suisse: “La risposta è assolutamente no, per molte ragioni oltre a quelle più semplici, che sono regolatorie e statutarie”.
La banca saudita è la prima azionista del Credit Suisse con una quota di poco sotto il 10%, acquistata lo scorso anno in occasione dell’aumento di capitale del gruppo elvetico.
Il titolo era stato fortemente sotto pressione già nella seduta di martedì, dopo che la banca aveva ammesso di aver trovato “concrete debolezze” nelle relazioni finanziarie degli ultimi due anni a causa di controlli interni inefficaci.
L’istituto di credito aveva archiviato il quarto trimestre 2022 con una perdita netta di 1,4 miliardi di franchi svizzeri (1,4 mld di euro). La perdita accumulata nel 2022, dopo ben 4 esercizi trimestrali profondamente negativi, era ammontata alla cifra colossale di 7,3 mld di franchi. La crisi di Credit Suisse non è nata oggi.