Nuove perdite in arrivo per il Credit Suisse, colosso elvetico del credito travolto dalla crisi e da una serie di scandali. L’istituto guidato da Ulrich Korner ha lanciato un allarme sugli utili, annunciando che anche l’ultimo trimestre dell’anno sarà in rosso. La nuova perdita attesa è stimata in 1,5 miliardi di franchi, cifra che si va a sommare ai 5,9 miliardi di perdite accumulati da gennaio a settembre.
Un risultato negativo, che ha imposto un cambio al vertice con l’arrivo di Korner lo scorso agosto, un nuovo piano industriale e un aumento di capitale da 4 miliardi per portarlo a termine (soldi freschi verranno anche dalla Saudi National Bank, candidata a diventare il primo azionista di Credit Suisse con il 9,9% del capitale). Misure estreme che sono anche la conseguenza dei massicci deflussi di capitali dei clienti ricchi della banca, preoccupati per la tenuta dell’istituto, impegnato in una difficile ristrutturazione.
In meno di un mese e mezzo, secondo il Financial Times, i clienti della banca avrebbero ritirato dall’istituto ben 86 miliardi di franchi. Una mole di deflussi definita “preoccupante” dagli analisti di Jp Morgan, e paragonabile a quella registrata da Ubs durante l’ultima crisi finanziaria: la differenza è che nel caso di Credit Suisse si sono volatilizzati nell’arco di appena cinque settimane.