C’è una valuta che esce rafforzata dalla crisi: è il dollaro

La pandemia potrebbe aver inferto un duro colpo all’idea che un giorno l’euro possa sostituire il dollaro come valuta globale di riferimento. Questi mesi hanno confermato il primato della divisa Usa nel commercio globale, negli investimenti, nei prestiti e nelle riserve delle banche centrali

C’è una valuta che esce rafforzata dalla crisi: è il dollaro

L’emergenza coronavirus potrebbe aver inferto un colpo letale all’idea che un giorno l’euro possa sostituire il dollaro come valuta principe a livello mondiale, mettendo in luce le fragilità dell’Eurozona e consolidando il ruolo della Fed come prestatore globale di ultima istanza.

Questi mesi hanno messo in evidenza il primato del dollaro nel commercio globale, negli investimenti, nei prestiti e nelle riserve delle banche centrali, anche a causa delle diverse risposte alla crisi da parte di Usa e Europa.

“La crisi ha ancora una volta dimostrato che l’euro potrebbe non durare per sempre - osserva Joachim Fels, global economic adviser di Pimco, il più grande gestore obbligazionario al mondo -. Il dollaro regna ancora più indisturbato come valuta di riserva (mondiale)”.

Già negli ultimi anni il ruolo dell’euro nella finanza globale si è ridotto: i dati dell’Fmi mostrano il suo peso nelle riserve allocate delle banche centrali a circa il 20%, in calo rispetto a quasi il 26% nel 2010 (i tassi di interesse negativi della Bce non hanno aiutato in tal senso). Il dollaro, invece, ha una quota del 61%.

L’indice Bce che misura il ruolo internazionale dell’euro è crollato da oltre il 27% nei primi anni 2000 a meno del 22% nel 2017, l’ultima volta che la misura è stata aggiornata.

I dati Swift più recenti mostrano che la moneta unica rappresenta il 31% dei pagamenti globali rispetto a oltre il 40% nel 2012. La quota del dollaro è salita al 44% dal 30%.

La dipendenza mondiale dal biglietto verde è divenuta palese durante il panico di marzo sui mercati, quando le imprese si sono precipitate ad assicurarsi liquidità in dollari per pagare i conti e saldare i debiti.

Occorre, poi, considerare che le banche centrali di solito detengono riserve in obbligazioni denominate nella valuta prescelta. I titoli di stato statunitensi, con più di 17.000 miliardi di dollari di carta con rating AAA in circolazione, sono quanto di più vicino a un asset privo di rischio. I mercati obbligazionari tedeschi, francesi e italiani insieme raggiungono meno della metà di questa dimensione e solo la Germania ha rating tripla A.

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