“Il Bitcoin è inefficiente ed è spesso usato per finanziamenti e transazioni illecite. Si tratta di uno strumento molto speculativo. E sono sconcertata dalla quantità di energia consumata nell’elaborazione delle transazioni.” A sostenerlo, nei giorni scorsi, è stata il segretario al Tesoro statunitense, Janet Yellen.
Parole che sono sembrate talmente dure da non apparire veritiere. Il punto è che la Fed, al pari delle altre banche centrali, teme, piuttosto che l’attuale inefficienza (che potrebbe comunque essere superata), il fatto che la diffusione di monete elettroniche a livello globale possa erodere il loro potere esclusivo in termini di gestione delle valute e quindi della politica monetaria.
Tesi che sembra, paradossalmente, confermata dalla stessa Yellen, laddove si dice favorevole ai tentativi di creare un “dollaro digitale, stampato dalla Federal Reserve e basato sulla tecnologia Blockchain come accade per le altre criptovalute”.
Un dollaro digitale potrebbe essere “più veloce, più sicuro e più economico per effettuare pagamenti”, ma, ha osservato Yellen, ci sono questioni aperte che vanno discusse e risolte prima. E qui torniamo al punto centrale. “Andrebbe studiato l’impatto che avrebbe sul sistema finanziario e bancario”.