La guerra stravolge i beni rifugio: a vincere (per ora) sono il dollaro e il franco svizzero

Il contesto bellico (e soprattutto le sue conseguenze) stravolgono il ruolo dei beni rifugio. A beneficiare di questa situazione è la valuta svizzera e quella americana

La guerra stravolge i beni rifugio

Cambia la geopolitica. Fa marcia indietro la globalizzazione. Alleanze e relazioni interazionali vengono ribaltate. In un mondo in totale stravolgimento, sui mercati finanziari la rivoluzione ha colpito i concetti canonici di “beni rifugio” e di “attività rischiose”. I vecchi schemi sembrano non valere più.

Non si comportano più come beni rifugio i titoli di Stato, che anzi sono stati colpiti nel 2022 da una violenta ondata di vendite nonostante la grande incertezza. Torna a salire la richiesta di dollari: la divisa statunitense è considerata sicura.

Ma il biglietto verde non è un caso unico. Tassi di interesse negativi e una Banca centrale che continua a perseguire una politica monetaria espansiva. Una combinazione di elementi simili porta con sé in generale, e a maggior ragione in questo periodo, una forte svalutazione della moneta del Paese in cui avviene.

E se il Giappone, con il suo yen, ne sa sicuramente qualcosa, la Svizzera sembra invece restare immune a questa regola e il franco, pur perdendo qualche colpo sul superdollaro, non è andato alla deriva e mantiene anzi le caratteristiche di ‘porto sicuro’.

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