Forte rallentamento dell’inflazione a maggio, in discesa al 7,7 dal 9,1% del mese precedente, spinta dalla dinamica dei prezzi dell’energia (dati Istat). Continuano, al contempo, le tensioni al rialzo dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, e l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimenti freschi, registra ancora una moderata accelerazione (da +6,3 a +6,4%).
La frenata dei prezzi dell’energia è tuttavia parzialmente controbilanciata dall’andamento del carrello della spesa. La crescita dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rimane stabile su base tendenziale al 12,7%.
Nel complesso, l’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,1% per l’indice generale e a +4,1% per la componente di fondo.
Allargando lo sguardo, anche per l’Eurozona la riduzione dei livello dei prezzi al consumo è stato leggermente superiore alle attese. Secondo Eurostat, il dato principale è sceso al 6,9% dall’8,5% di febbraio. Anche in questo caso, la diminuzione si deve principalmente alla componente energetica.
Proprio su questo dato si concentrano ora le attenzioni: visto l’andamento dell’inflazione ‘core’, secondo alcuni analisti, la Banca Centrale Europea potrebbe adottare tre ulteriori rialzi (da 25 punti base l’uno) dei tassi di interesse a maggio, giugno e luglio per arrivare a un picco del 3,75%.