“Sebbene l’attività economica dell’Eurozona sia rimbalzata nel terzo trimestre, la ripresa resta incompleta, incerta e disomogenea”, ha sottolineato il numero uno della Bce.
In questo contesto, i regimi di mantenimento del posto di lavoro e le garanzie nazionali sui prestiti bancari rimangono fattori di importanza cruciale per ridurre l’incertezza e attenuare l’impatto della pandemia.
Le ultime proiezioni del personale della Bce prevedono una crescita del Pil reale annuo a -8% nel 2020, +5% nel 2021 e +3,2% nel 2022. E – secondo Francoforte – si tornerà ai livelli pre-crisi solo alla fine del 2022.
Il forte calo dell’attività economica all’inizio di quest’anno ha inoltre indebolito le pressioni sui prezzi. L’inflazione nominale annua nell’Eurozona si è attestata al -0,2% ad agosto. La Bce prevede che l’inflazione annuale aumenti gradualmente, da una media dello 0,3% nel 2020 a una media dell’1% nel 2021 e dell’1,3% nel 2022.
E a chi sostiene che la Bce dovrebbe fare di più Lagarde risponde così: “Le misure di politica monetaria che abbiamo adottato dall’inizio di marzo forniscono un sostegno fondamentale alla ripresa economica e contribuiscono a salvaguardare la stabilità dei prezzi a medio termine. Senza le nostre misure, dovremmo affrontare una contrazione economica più profonda e una disinflazione più severa”.