Le banche, dal 1° gennaio 2018, dovranno tenere conto dei nuovi livelli di accantonamento prudenziale per le esposizioni past due, cioè quelle scadute da almeno 90 giorni, e per le inadempienze probabili (quando difficilmente il debitore è in grado di adempiere integralmente il proprio obbligo). Le banche dovranno costantemente misurare quante risorse sono in grado di recuperare dal credito deteriorato e svalutarne la quota restante. Trascorsi sette anni per i crediti assistiti da garanzie e due anni per quelli non assistiti da garanzie, il credito deteriorato deve essere interamente svalutato.
Il punto è che il nuovo regolamento, seppur spinto da un’analisi condivisibile, è pro-ciclico e in quanto tale discutibile sul piano macroeconomico: quando si presenterà una nuova recessione, e i crediti in sofferenza cresceranno nuovamente, le banche dovranno effettuare maggiori accantonamenti, contraendo di più l’offerta di credito e contribuendo, così, ad accentuare la fase recessiva. Sarebbe, forse, stata un’idea migliore elaborare regole fondate su una dinamica dei crediti deteriorati depurate da quella derivante dal ciclo economico.
Altro elemento cruciale è che i crediti deteriorati non sono le uniche fonti di rischio sistemico per gli istituti bancari. O meglio, lo sono per le banche tradizionali (come buona parte di quelle italiane), che raccolgono depositi dalla clientela e concedono crediti alle imprese e alle famiglie. Ma le banche d’investimento e quelle “universali” tendono ad accumulare attività ad alto rendimento e, pertanto, ad alto rischio, come per esempio i derivati. Si tratta di quelle attività che dopo il 2007 hanno portato ai fallimenti bancari o ai salvataggi con fondi pubblici in Paesi, tra gli altri, come Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Irlanda e Spagna. E’ proprio da lì che ha avuto origine la crisi finanziaria ed economica globale. I crediti deteriorati, invece, ne sono stati perlopiù la conseguenza. Non per caso sono saliti maggiormente nei Paesi in cui la crisi è stata più lunga e più profonda.