Dai profitti alle perdite. Il conto salato del Qe britannico

Da qui al 2032 il Tesoro britannico rischia di dover pagare fino a 30 miliardi di sterline l’anno per coprire le perdite della Bank of England

Dai profitti alle perdite. Il conto salato del Qe
La sede della Bank of England a Londra

Le banche centrali di tutto il mondo stanno gradualmente riducendo i loro bilanci (Quantitative tightening, Qt) dopo i massicci acquisti di titoli nel periodo della crisi finanziaria globale prima e della pandemia da Covid-19 poi. Ad esempio, la Federal Reserve statunitense e la Banca centrale europea stanno perseguendo un Qt “passivo”: semplicemente, attendono che una quota prestabilita di titoli vengano rimborsati a scadenza.

La particolarità della Bank of England (BoE, la banca centrale britannica) è di aver adottato un Qt “attivo”, con la vendita di molti titoli prima della loro scadenza.

Quando i tassi di remunerazione delle riserve erano vicini allo zero, gli interessi sui titoli acquistati garantivano cospicui profitti. La BoE trasferiva poi le somme al Tesoro britannico (una pratica perseguita da tutte le banche centrali): tra il 2009 e il 2022, ha cumulativamente trasferito 123,8 miliardi di sterline.

Ora, quel flusso di cassa è diventato negativo. Gli interessi pagati sono superiori a quelli ricevuti e il prezzo di vendita dei titoli è inferiore a quello di acquisto.

Gli statuti delle banche centrali non danno generalmente indicazioni precise su come trattare le perdite emergenti nel conto economico. Nel caso britannico, il programma di Qe (Asset Purchase Facility) attuato dalla BoE prevede un rapporto del tutto eccezionale di reciprocità fra la banca e il Tesoro nella gestione di profitti e perdite: come detto, gli eventuali profitti vengono trasferiti al Tesoro. Ma quest’ultimo è chiamato a coprire le eventuali perdite.

E si prevede che il conto sia piuttosto salato nei prossimi anni. Secondo le stime della stessa BoE, il governo britannico potrebbe dover sborsare fra i 20 e i 30 miliardi di sterline all’anno da qui al 2032. La cifra precisa dipenderà da una serie di variabili, tra cui il livello dei tassi di interesse nei prossimi anni e il ritmo con cui verrà condotto il Qt.

Le vie d’uscita da questa situazione sembrano due: la prima passa per una complessa modifica delle regole di bilancio della Bank of England e delle modalità di gestione della Asset Purchase Facility. La seconda punta a sterilizzare l’impatto dei pagamenti da parte del Tesoro sulle finanze pubbliche, escludendoli dal calcolo del debito pubblico.

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