Dopo la sfiducia dell’Assemblea Nazionale francese al governo di Michel Barnier e le sue successive dimissioni, il nuovo primo ministro dovrà occuparsi della difficile approvazione dell’austera e impopolare legge di bilancio per il prossimo anno, dalla quale sono originate le gravi tensioni politiche.
La crisi di governo e l’instabilità politica hanno avuto impatti diretti sui mercati finanziari, in particolare sullo spread (che in pratica misura la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato francesi, o di altri paesi europei, e quelli tedeschi), riflettendo il rischio percepito dagli investitori sull’economia del paese.
Con l’intensificarsi della crisi, lo spread francese ha cominciato a salire. Il 10 giugno era a 56 punti base, in aumento di dieci rispetto all’8 giugno, a causa della netta sconfitta del partito di Macron alle elezioni europee.
Nel corso dell’estate, lo spread ha continuato a crescere, raggiungendo un picco di 86,9 punti base il 2 dicembre per poi arrivare a 78,2 punti base il 5 dicembre. Lo spread francese è ora superiore a quello spagnolo e greco, due paesi generalmente considerati più rischiosi, ma ancora inferiore a quello italiano.