Nel mese di giugno l’inflazione ha rallentato ulteriormente negli Stati Uniti, registrando un aumento del 3 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A determinare questo andamento è ancora una volta il costo dell’energia, in costante diminuzione negli ultimi dodici mesi. Al contrario, i prezzi dei beni alimentari continuano a registrare variazioni positive, che sfiorano il +8 per cento nel caso delle consumazioni fuori casa.
Nonostante l’inflazione nel suo complesso sia vicina all’obiettivo del 2 per cento, quella di fondo, che esclude i prezzi dei beni più volatili (beni alimentari ed energetici), rimane ancora elevata, attestandosi al 4,8 per cento su base annua, a fronte del 5,3 registrato nel mese precedente. Questo aumento è principalmente guidato dai servizi abitativi e di trasporto, rispettivamente in rialzo del 7,8 per cento e dell’8,2 rispetto a giugno 2022.
Si tratta di percentuali ritenute non soddisfacenti dalla Federal Reserve, che dunque aumenterà molto probabilmente ancora più volte i tassi di interesse. Una notizia non buona per l’Eurozona dove fino ad ora la Bce si è mossa in parallelo alla banca centrale statunitense: nonostante l’origine dell’aumento dei prezzi al consumo in Europa sia determinato da fattori differenti rispetto all’incremento registrato negli Usa, Francoforte continuerà a seguire Washington?