I mercati continuano a osservare con preoccupazione gli sviluppi della guerra in Ucraina e le ricadute del conflitto sui prezzi delle materie prime, che alimentano un’inflazione che le Banche centrali già faticavano a controllare.
Non hanno aiutato in questo senso le parole del presidente della Fed Jerome Powell, che nel secondo giorno di testimonianza al Congresso ha lanciato il suo ‘whatever it takes’ sottolineando che l’istituto centrale farà “tutto il necessario per far abbassare l’inflazione”. Il che ha allarmato ulteriormente i mercati.
Powell nei giorni scorsi aveva detto che proporrà un aumento dei tassi di interesse di 25 punti base alla prossima riunione della Banca centrale, in programma tra due settimane, un aumento “appropriato"” nonostante la guerra in Ucraina. Ma – ha poi riconosciuto – che l’impatto del conflitto sull’economia statunitense nel breve periodo è “molto incerto”.