Il piccolo Bayern Monaco del Nord Italia

Il ‘Fussball Club Südtirol’, appena promosso in Serie B, è l’unico club di calcio professionistico tra Innsbruck (Austria) e Verona (Italia). Questo lo rende la squadra professionistica più al nord d’Italia. La gestione della società sportiva è ‘ortodossa’: niente debiti, costi sotto controllo, tetto agli ingaggi dei giocatori (massimo 100 mila annui che saranno probabilmente ritoccati per la B; 1,7 milioni il monte stipendi della scorsa stagione), zero emolumenti al consiglio di amministrazione.

Il piccolo Bayern Monaco del Nord Italia

C’è un’importante imprenditrice della birra italiana, Margherita Fuchs von Mannstein, proprietaria di Forst e Menabrea. C’è Johann Krapf, leader altoatesino delle docce. E festeggia Elisa Amato, avvocata, figlia del presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato.

La squadra dell’Fc Südtirol (Fcs), allenata dal croato Ivan Javorcic, ha appena conquistato una storica promozione nella serie B del calcio nazionale. E lo ha fatto in una provincia che fino ad ora aveva visto trionfare l’hockey su ghiaccio e il trampolino e un assetto societario (strutturato attorno a una sorta di joint venture partecipata da partner e società private) che riserva qualche sorpresa, a cominciare dal ruolo rilevante di un manager romano-partenopeo che si occupa di investimenti in infrastrutture ed è tra l’altro consigliere della società pubblica Sace.

Federico Merola, 58 anni, per il club è l’uomo dei rapporti con le autorità del calcio. Tra l’altro è l’unico fuori provincia tra una quarantina di consiglieri e soci. Spunta anche nel capitale con una quota di circa il 6% (quarto per consistenza) attraverso una società partecipata dalla moglie Elisa Amato. Von Mannstein detiene il 30% del capitale e Krapf il 36%. La gestione è ‘ortodossa’: niente debiti, costi sotto controllo, tetto agli ingaggi dei giocatori (massimo 100 mila annui che saranno probabilmente ritoccati per la B; 1,7 milioni il monte stipendi della scorsa stagione), zero emolumenti al consiglio di amministrazione.

Il tutto in una cornice macroeconomica niente male. L’Alto Adige è la zona più ricca d’Italia: ha un reddito medio di circa 42.000 euro, superiore a quello tedesco e il triplo di quello calabrese. E in essa risiedono tre gruppi linguistici e culturali (tedesco, italiano e ladino). Chissà che non sia anche questo uno degli ingredienti del successo.

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