La Formula 1 continuerà ad avere gomme italiane fino al 2023. Pirelli, fornitore unico dal 2011, si è aggiudicato l’appalto bandito dalla Federazione internazionale dell’automobile (Fia).
L’annuncio ufficiale è stato dato ad Abu Dhabi, a poche ore dalla partenza dell’ultimo Gp del 2018. “Questo accordo garantisce un futuro stabile a lungo termine per una componente importantissima della Formua 1”, ha commentato Chase Carey, a capo della F1. Anche Jean Todt, presidente della Fia, si è detto soddisfatto di un rinnovo che “ci consente di godere di un’esperienza acquisita dal 2011”.
Pirelli ha ora di fronte a se una serie di sfide. A partire dal 2021 sarà introdotta la novità più evidente: i cerchi da 18 pollici contro i 13 attuali. Ma ciò che preoccupa di più la multinazionale è il braccio di ferro in atto da tempo tra i piloti e la Fia. I primi vorrebbero meno pit-stop. La Federazione è contraria e punta alla spettacolarizzazione. Ma visto che in pista ci vanno i piloti, guidando hanno capito che riducendo la velocità, quindi il degrado delle gomme, riescono comunque a registrare un tempo di gara complessivo inferiore rispetto a quello rilevato (senza risparmiare troppo le gomme) con 1-2 pit-stop. Ciò è dovuto alle crescenti difficoltà di sorpasso, determinate (in parte all'aerodinamica ma anche) dalla tendenza dei pneumatici a surriscaldarsi in poco più di un giro quando due vetture girano molto ravvicinate tra loro.
Seguendo le indicazioni dei piloti, Pirelli sta provando a produrre pneumatici più performanti, ma non sarà facile (oltre che riuscire ad accontentare anche il datore di lavoro) produrre gomme che durino di più rallentando il degrado e il surriscaldamento.
Ma il punto è proprio questo. Il capo del Team Mercedes, Toto Wolff, ha ammesso che “negli anni passati abbiamo semplicemente chiesto a Pirelli di fare le cose sbagliate. Invece di rendere le mescole più morbide, cercando di accelerare il degrado e quindi più pit stop, abbiamo bisogno di pneumatici più robusti, che Pirelli è perfettamente in grado di produrre.” Il che suona più come un invito diretto alla loro realizzazione, piuttosto che un endorsement rivolto all'azienda.