Non ci saranno gli spettatori ai Giochi olimpici a Tokyo, dove è stato decretato un nuovo stato d’emergenza sanitario nel tentativo di far fronte al Covid-19. Nel complesso, su base nazionale, il divieto di assistere dal vivo alla manifestazione riguarda 33 sedi (tra le quali quella della capitale) su 42. È l’ultima battuta d’arresto per le Olimpiadi che sono già state rinviate di un anno e che, proprio per questo rinvio, stanno accumulando enormi perdite finanziarie. A causa dei ritardi, il bilancio dei Giochi nipponici è già salito a circa 15,4 miliardi di dollari (anche se altre stime arrivano a conteggiare fino a 25 mld) e gli ingressi dovuti ai biglietti piomberanno a zero.
Lo stato di emergenza, il quarto in Giappone dall’inizio della pandemia, entrerà in vigore il prossimo lunedì e durerà fino al 22 agosto (i Giochi sono in programma dal 23 luglio all’8 agosto). Il governo è arrivato a questa misura eccezionale, decisa dopo un incontro con gli organizzatori olimpici, a causa del rimbalzo dei contagi nella capitale e soprattutto per “la rapida avanzata della variante Delta”, e con l’idea di “impedire un’espansione dei contagi ad altri parti del Giappone”, ha spiegato il primo ministro giapponese, Yoshihide Suga.
Seppur senza spettatori, arriveranno comunque sull’isola – che dall’inizio della pandemia ha registrato circa 810 mila casi e 14.800 decessi su una popolazione complessiva di 127 milioni di abitanti - 11 mila atleti olimpici e paraolimpici e circa 80 mila altri partecipanti stranieri.