Israele ha violato per decenni le leggi internazionali. Non stupisce, quindi, più di tanto che le forze armate israeliane, finanziate e rifornite dagli Usa ma anche dall’Europa, puntino sempre più in alto. Dietro l’escalation in Cisgiordania, secondo alcuni, c’è infatti il progetto di arrivare all’annessione della West Bank.
Nel frattempo, la guerra a Gaza sta facendo da copertura per la continua espansione israeliana nella Cisgiordania occupata. Altro che due popoli e due Stati. Come evidenzia Alberto Negri, Israele sfrutta la guerra a Gaza per imporre nella West Bank la sua sovranità, legittimando gli insediamenti e cacciando i palestinesi.
Dal 7 di ottobre in Cisgiordania (che è poi il vero obiettivo israeliano) ci sono stati oltre 650 morti e 10mila arresti tra i palestinesi. Gli attacchi dei coloni sono stati 1.200 con più di 120 morti. Secondo l’organizzazione Peace Now, in pochi mesi Israele si è impadronito di 24 chilometri quadrati di territorio palestinese, più di quanto ne abbia sottratto negli ultimi vent’anni.
Perché? Perché l’Occidente consente tutto ciò ad Israele? Il motivo principale è che lo Stato medio-orientale viene considerato un alleato altamente strategico in un’area particolarmente instabile. Ci sono anche altri motivi. Ma non è questo il punto: il comportamento di Israele ha largamente superato il limite (avvertimento ai leoni da tastiera: qui l’antisemitismo non c’entra nulla) ed è, quindi, improcrastinabile un radicale cambio di atteggiamento da parte dei leader occidentali.
Anche perché, se è vero (e lo è) che Israele è una pedina molto importante in termini geopolitici, cosa sarebbe Israele senza l’appoggio della parte ricca (al momento) del mondo? È quello che a tutti gli effetti sembra essere, nell’ottica degli psicoterapeuti, un ‘amore tossico’. Se così è, tutti sappiamo cosa occorre fare in questi casi.