Per settimane si è discusso delle differenze nella politica economica tra democratici e repubblicani, tra quella avanzata da Kamala Harris e quella da Donald Trump. Ma focalizzando l’attenzione sull’oro nero, sua maestà petrolio, non è che dall’evidenza empirica emergano chissà quali differenze tra le varie amministrazioni statunitensi (come evidenzia The Conversation).
Partendo, ad esempio, dal secondo mandato di Barack Obama, nei primi tre anni la produzione domestica di petrolio è aumentata, salvo poi ridursi moderatamente nell’ultimo anno; circostanza poi che si è ripetuta con Trump e probabilmente (manca ancora il valore per il 2024) anche per Biden.
Ma il dato più eloquente riguarda il trend in costante crescita indipendentemente dal governo in carica, segnalando una contiguità fattuale tra democratici e repubblicani dal punto di vista degli obiettivi petroliferi: ogni presidente ha chiuso il proprio mandato con valori assoluti superiori al proprio predecessore.
Il risultato è che oggi gli Stati Uniti sono il primo produttore al mondo di petrolio. A ciò si aggiunga che la stessa dinamica vale anche per la politica estera. E tutto lascia pensare che il trend sarà confermato anche con il secondo governo Trump.