Entrata in vigore graduale delle nuove norme, per permettere agli uffici giudiziari di mettere a punto adeguate misure organizzative. È quanto prevede l’intesa raggiunta in Cdm sul meccanismo di prescrizione e improcedibilità inserito nella riforma del processo penale. L’accordo prevede >norme transitorie fino al 2024 e un regime speciale per i reati di mafia, terrorismo, droga e violenza sessuale, nonché per le aggravanti mafiose.
Ecco, in sintesi, i dettagli dell’intesa in 5 punti.
1. La riforma riguarda solo i reati commessi dopo il primo gennaio 2020 ed entra in vigore gradualmente, per consentire agli uffici giudiziari di organizzarsi, anche tenendo conto dell’arrivo dei 16.500 assistenti dei magistrati e dei circa 5 mila per il personale amministrativo.
2. In un primo periodo i termini saranno più lunghi. Per i primi 3 anni, i termini saranno più lunghi per tutti i processi (3 anni in appello, un anno e mezzo mesi in Cassazione), con possibilità di proroga (per una sola volta) fino a 4 anni in appello e fino a 2 anni in Cassazione per tutti i processi in via ordinaria. Ogni proroga deve essere motivata dal giudice con un’ordinanza. Sarà comunque possibile presentare ricorso in Cassazione.
3. Solo per alcuni gravi reati - associazione di stampo mafioso, terrorismo, violenza sessuale e associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti - è previsto un regime diverso: in questi casi non c’è un limite al numero di proroghe, che vanno però sempre motivate dal giudice. Per i reati con aggravante del metodo mafioso, oltre alla proroga prevista per tutti i reati, ne sono previste come possibili ulteriori due (massimo 3 anni di proroga) sia in appello che in Cassazione. Ciò significa massimo 6 anni in appello e massimo 3 anni in Cassazione nel periodo transitorio (fino al 2024) che diventano massimo 5 anni in appello e massimo 2 anni e mezzo in Cassazione a regime, ovvero dal 2025.
4. I reati puniti con l’ergastolo restano esclusi dalla disciplina dell’improcedibilità.
5. In appello, i processi possono durare fino a 2 anni di base, più una proroga di un anno al massimo, mentre in Cassazione un anno di base, più una proroga di sei mesi. Resta sempre diverso il ‘binario’ per i reati di mafia, terrorismo, violenza sessuale e mafiosa, senza limiti di proroghe. Binario differente anche per reati con aggravante mafiosa, con massimo 2 proroghe in appello (ciascuna di un anno e sempre motivata) e massimo 2 proroghe in Cassazione (ciascuna di 6 mesi e sempre motivata).
Nel frattempo è, tuttavia, arrivato il parere del plenum del Csm sulla riforma. E non è tenero. Potrebbero essere “rilevanti e drammatiche le ricadute pratiche” della norma sulla improcedibilità contenuta nella riforma del processo penale e della prescrizione. E la ragione è “la situazione di criticità di molte delle Corti d’appello italiane». Il documento è stato approvato a maggioranza e non c’è una stima dei processi che si estingueranno, ma alcuni consiglieri hanno parlato di migliaia di procedimenti. Il plenum ha poi anche approvato il parere complessivo sugli emendamenti del governo alla riforma del processo penale. Le maggiori critiche riguardano la norma contenuta nella riforma della giustizia che affida al Parlamento i criteri generali di priorità dell’esercizio dell’azione penale: secondo i consiglieri è in “possibile contrasto con l’attuale assetto dei rapporti tra i poteri dello Stato”. E l’individuazione dei reati da perseguire “rispecchierà, inevitabilmente e fisiologicamente, le maggioranze politiche del momento”.
In sostanza, la riforma non affronta i problemi strutturali della Giustizia in Italia (tra questi, ad esempio, la pesante carenza di personale, nonostante le 20 mila assunzioni previste, e la mancata digitalizzazione del sistema giudiziario). Piuttosto sembra voler aggirare il problema, agendo principalmente sulla riduzione dei tempi della prescrizione. Con le possibili (gravi) conseguenze indicate dal Csm. Una sbandata, quella del Governo, che potrebbe costare cara al Paese. E se poi le agognate riforme che la Commissione europea chiede all’Italia sono queste…