Passaggio preliminare è la creazione, approvata dal cda della compagnia telefonica, di FiberCop, il veicolo in cui confluirà la rete secondaria di Tim (quella che dagli armadietti in strada arriva alle case degli italiani).
FiberCop inizialmente sarà partecipata dal fondo statunitense Kkr che ha messo sul piatto 1,8 miliardi di euro per avere il 37,5% del capitale, mentre un altro 4,5% andrà a Fastweb che vi farà confluire la propria partecipazione in Fashfiber, la joint venture con Tim messa in piedi per la diffusione della rete in fibra. Il restante 58% sarà del gruppo guidato da Luigi Gubitosi (Tim). Il completamento di questo percorso è previsto entro la fine di marzo 2021.
Parallelamente si muoveranno Tim e Cdp per la realizzazione del più ampio progetto di rete unica nazionale: AccessCo che vedrà la luce attraverso la fusione tra FiberCop e il 50% che Cdp detiene in Open Fiber.
Per contrastare la diluizione dei soci già presenti in FiberCop, Tim vi apporterà anche la propria rete primaria, in modo che a valle del processo la compagnia telefonica conservi il 50,1% della rete unica. Accordi parasociali, tuttavia, garantiranno una governance condivisa con Cdp che ne garantirà “l’indipendenza e la terzietà”. Tim e Cdp sono già d’accordo nel prevedere meccanismi di maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo.
“La firma del memorandum rappresenta il primo importante passo verso la realizzazione di un'infrastruttura digitale unica in banda ultralarga, che potrà garantire parità di accesso a tutti gli operatori, velocità, affidabilità e distribuzione capillare”, ha commentato l’amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo, sottolineando un passaggio ritenuto essenziale dal socio pubblico, ovvero che AccessCo sia una “società aperta anche ad altri investitori”.
Per il presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, “con la lettera d'intenti firmata da Cassa Depositi e Prestiti e Tim si avvia un percorso che potrà condurre alla nascita di una rete unica tecnologicamente all'avanguardia, necessaria per superare il digital divide su tutto il territorio nazionale”.