Le piante piangono se non vengono innaffiate e urlano quando vengono potate. La notizia giunge dalla Tel-Aviv University, dove, attraverso microfoni ultrasensibili, i ricercatori sono riusciti ad ascoltare la “voce” di una pianta di tabacco e di una di pomodoro, e a registrarle nonostante siano inudibili agli umani.
Quando potate o non innaffiate per lungo tempo, le due piantine hanno emesso dei suoni che, una volta velocizzati, sembrano degli “scoppi di popcorn”.
Si tratta di ultrasuoni tra i 20 e i 100 kilohertz inavvertibili dal nostro orecchio (tranne rarissimi casi, l’umano si ferma a 16 kilohertz), ma che potrebbero essere sentiti da animali come topi, pipistrelli e falene.
Attraverso il machine learning, i ricercatori sono riusciti anche a interpretare quei suoni (riconoscendo se le piante stessero comunicando il taglio di una loro sezione o la carenza di acqua) con un’accuratezza del 70%. E oltre a tabacco e pomodoro anche grano, mais e uva emettono rumori quando “hanno sete”.
Questa nuova ricerca si innesta in una nuova frontiera della biologia che sta approcciando le piante in modo differente da quanto fatto in passato. Non più esseri verdi simili a minerali ma esseri viventi vicini agli animali.
Ad esempio, da uno studio del 2019 emerge che alcune primule rilasciano un nettare più dolce quando sono esposte al suono di un’ape in volo. I micologi invece hanno dimostrato che il micelio, la lunga rete sotterranea creata dai funghi, mette in comunicazione tra loro gli alberi permettendo anche il passaggio di sostanze nutritive da un esemplare sano verso un simile in difficoltà.