Ottenuto in laboratorio il primo batterio sintetico che riesce a vivere nonostante abbia un Dna limitato e compresso. Ciò significa che nel batterio c'è dello spazio libero, sul quale biologi e genetisti possono scrivere qualcosa di nuovo.
Come, ad esempio, istruzioni che permettano ai batteri di digerire sostanze inquinanti, oppure di produrre farmaci o bioplastiche amiche dell'ambiente. Si potrebbero così ottenere organismi capaci di svolgere funzioni finora mai viste.
Pubblicato sulla rivista Nature, il risultato è stato ottenuto dallo studio coordinato dal laboratorio del Medical Research Council (Mrc) a Cambridge. In due anni di lavoro, il gruppo di ricerca guidato da Jason Chin ha ricodificato l'intero genoma di un batterio molto comune, l'Escherichia Coli, prima di creare cellule con una versione sintetica del genoma. Fino alla conclusione: la vita può esistere anche con un codice genetico limitato.