L’obiettivo del “Contratto per il web” è ambizioso: salvare Internet. A lanciare il progetto è l’inventore del Www, Tim Berners-Lee, che ha spiegato su Twitter una possibile strategia per risanare la Rete.
La sua idea ha già ottenuto il sostegno di 150 organizzazioni e aziende, tra i quali colossi del mondo digitale come Facebook, Google e Microsoft. “Se non riusciamo a difendere la libertà del web aperto, rischiamo una disuguaglianza crescente e abuso dei diritti. Dobbiamo agire ora”, è l’appello di Berners-Lee che nel suo tweet rimanda al sito contractfortheweb.org, dove annuncia i nove principi del suo contratto.
I primi ad essere chiamati in causa sono i governi, ai quali viene chiesto di garantire il diritto alla connessione per tutti con l’accessibilità “completa” alla Rete, oltre al rispetto dei diritti fondamentali della privacy e alla tutela dei dati personali.
Altre tre richieste sono rivolte alle aziende: prezzi sempre accessibili per i servizi di connessione; il rispetto della privacy garantito come patto di fiducia per chi accede alla Rete; sviluppo di tecnologie che valorizzino il meglio dell’umanità.
Infine, i cittadini: sono loro a dover rispettare i pilastri della libertà online, diventando creatori e collaboratori attivi del web.
Nel 1989 dal centro di calcolo del Cern di Ginevra, Berners-Lee pose la pietra miliare del web immaginando “un sistema di gestione decentralizzato dell’informazione”, divenuto poi l’atto di nascita del World wide web.
Allora la Rete nasceva come strumento di condivisione del lavoro e delle ricerche per migliaia di scienziati. Mentre ora “i governi devono rinforzare le leggi e la regolamentazione degli algoritmi. Le aziende da parte loro devono impegnarsi per garantire che la ricerca di profitti vada a scapito dei diritti umani e della democrazia”, auspica Berners-Lee.