“Questa scoperta è un campanello che ci può indicare la presenza di qualche forma di vita su Venere”. Lo ha spiegato John Robert Brucato, esobiologo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a proposito della ricerca appena pubblicata in merito alla scoperta di fosfina negli strati alti dell’atmosfera venusiana.
“Nel lavoro appena pubblicato su Nature Astronomy - ha spiegato - i ricercatori hanno osservato nell’atmosfera di Venere la presenza di molecole di fosfina. La fosfina è composta da un atomo di fosforo e tre di idrogeno. Questa molecola ha una sua valenza nella ricerca della vita nello spazio: potrebbe infatti essere l’impronta digitale della presenza di qualche microrganismo che in atmosfera venusiana produce la fosfina come scarto”.
Nell’atmosfera terrestre la fosfina è tutta prodotta da microrganismi che utilizzano i minerali fosfati e la producono attraverso processi di ossidoriduzione. “Questa molecola su Venere - ha aggiunto - dovrebbe degradarsi e sparire velocemente a causa delle condizioni estreme presenti sul pianeta, come una pressione atmosferica molto alta e temperature di oltre 450 gradi in prossimità del suolo. Il fatto di averla trovata suggerisce che ci possa essere una produzione continua di fosfina. Da dove potrebbe venire? Da microrganismi o da processi abiotici, cioè di tipo geologico o geofisico? Ad oggi non si conoscono processi abiotici da cui potrebbe originarsi la fosfina.”
"Per questo - ha concluso - la scoperta è interessante: può suggerire la presenza di qualche forma di vita nell’atmosfera venusiana, dove la temperatura è sensibilmente minore rispetto al suolo. Inoltre il fosforo è presente sulla Terra e sugli altri pianeti come fosfato, quindi è difficile da essere utilizzato come elemento chimico che poi viene inglobato nei processi biologici. La fosfina rende il fosforo in una forma più reattiva e gli permette, una volta che sia solubilizzato nelle goccioline di acqua presenti nell’alta atmosfera di Venere, di essere utilizzato in processi biologici. Quindi anche da questo punto di vista la scoperta è decisamente interessante.”