Undici anni fa mi sono unito a quella che è diventata una delle piattaforme di social media più popolari al mondo. All'epoca aveva meno di 100 milioni di utenti. Ora ne ha più di due miliardi. È Facebook, che cambia man mano che cresce. È diventato più orwelliano, cambiando i suoi algoritmi affinché possa decidere cosa sia meglio per gli utenti visualizzare.
Inizialmente Internet era una terra fantastica di innovazione, dove venivano premiate nuove idee. Nel corso del tempo, tuttavia, quasi tutte le componenti di Internet sono state trasformate in monopoli. Secondo Business Insider nel maggio 2017 Google e Facebook hanno realizzato l'80% del traffico online.
George Soros sostiene che queste due aziende “hanno spesso svolto un ruolo innovativo ma sono ora diventate un ostacolo all'innovazione stessa e hanno causato una serie di problemi di cui stiamo solo ora iniziando a prendere coscienza. Il fatto di essere monopolisti li rende di fatto servizi pubblici e dovrebbero per questo essere sottoposti ad una normativa adeguata.”
La promessa di Internet era di liberare le persone dalla regolamentazione dei governi. Ma la tendenza verso i monopoli e il modo in cui i giganti come Google hanno in questi anni cercato un'integrazione verticale, acquistando sempre più pezzi di Internet, ha inevitabilmente eroso il libero mercato auspicato dai consumatori.
Internet è così diventato uno strumento dei governi per esercitare il potere sulle persone, piuttosto che uno strumento con cui sfidare il potere del governo. Regimi totalitari e dittature sono riusciti facilmente attraverso Internet a controllare le persone.
Oggi Facebook può definirsi la più importante edicola del 21° secolo. Ma decide cosa farti vedere. Quello che Facebook ha fatto è togliere potere all'utente, che avrà sempre più difficoltà ad accedere alle informazioni e a poterle scegliere. La fine dell’era di Internet potrebbe essere più vicina di quanto alcuni credano.