Produttori di satelliti e di componenti elettroniche, di velivoli spaziali e di sistemi di lancio, di hardware e software d’avanguardia. Le imprese italiane cercano di rafforzarsi in quella che Intesa Sanpaolo definisce la New Space Economy. È la nuova economia dello spazio che vede moltiplicarsi sia le aziende (in Europa e nel mondo), sia i flussi di finanziamento pubblico. Rispetto a quest’ultimo aspetto, l’Italia è settima nel G-20.
L’Italia vanta, nel complesso, un buon posizionamento competitivo nel settore, come emerge dai dati sul commercio internazionale e l’attività innovativa, focalizzati sulle attività core della filiera. Con una quota sulle esportazioni mondiali del 6,9% (media 2015-2019, dati in dollari correnti) il nostro paese si posiziona al quarto posto tra i principali leader del settore, dopo Stati Uniti, Francia e Germania, evidenziando un miglior posizionamento rispetto al dato dell’intera economia, dove il nostro Paese con un peso di circa il 3% occupa la nona posizione nel ranking internazionale.
Le imprese italiane mappate nello studio sono 286: si tratta di aziende “giovani”, nate dopo gli anni Duemila e prevalentemente di piccole dimensioni (sotto i 2 milioni di fatturato).
Dall’analisi emergono anche alcuni dei possibili trend tecnologici futuri dell’economia dello Spazio, dal turismo spaziale allo sviluppo di nuovi processi produttivi in assenza di gravità, che offrono spunti per riflessioni ulteriori. Le enormi potenzialità economiche legate alla Space Economy spingono verso una nuova corsa allo Spazio, che porterà alla definizione anche di nuovi equilibri geopolitici e che renderà necessario anche un rinnovato framework normativo.