Cosa può essere considerato scientifico? E cosa no? La questione è delicata, da sempre, e lo è ancora di più oggi. A fornire una risposta è Emiliano Brancaccio, docente di Politica Economica dell’Università del Sannio, con una prolusione su “Critica e Crescita della Conoscenza in Economia”. Qui proponiamo un significativo estratto.
“[..] Dalla fisica alla chimica, dalla medicina all’economia, abbiamo talvolta assecondato l'idea rassicurante di una pace perpetua tra gli scienziati. Forse l’abbiamo fatto perché pensavamo che fosse l’unico modo per dare un’immagine della scienza che apparisse forte, solida, e in quanto tale inattaccabile dalle cricche degli stregoni e degli impostori. Forse abbiamo pensato che questa idea di scienza pacificata fosse l’unico modo per salvaguardare il popolo dalle blandizie dei maghi e delle fattucchiere, dalla minaccia sempre incombente di un nuovo pensiero magico, di un nuovo oscurantismo.. Se è andata così, saranno state anche ottime intenzioni, beninteso. Io sono tra coloro che ritengono che l’avvento di un nuovo oscurantismo sia oggi un rischio reale, una minaccia concreta. Che va combattuta. Però c’è un problema. Il problema è che questa idea rassicurante, di una scienza pacificata, di una cittadella accademica senza conflitto interno, è falsa. E soprattutto, è un’idea profondamente sbagliata. Il motivo ce lo ha spiegato, con grande chiarezza, Imre Lakatos [..]”.