Alcuni scienziati cinesi affermano di aver sviluppato una batteria a energia nucleare dotata di una cella fotovoltaica in grado di generare elettricità per centinaia di anni, con un’efficienza complessiva migliaia di volte superiore a quella dei suoi più diretti concorrenti.
Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Nature, i ricercatori stavano cercando un modo per sfruttare i raggi alfa rilasciati dagli isotopi radioattivi in decadimento, in un campo in cui la maggior parte dei progressi si è concentrata sulle radiazioni beta.
La crescente domanda di soluzioni energetiche pulite e di fonti di energia alternative piccole e durature ha suscitato un vasto interesse nella ricerca sulle batterie nucleari, ma gli alfa-radioisotopi sono considerati i candidati più probabili per una batteria micro-nucleare.
Ciò avviene perché l’elevata energia di decadimento degli alfa-radioisotopi, compresa tra quattro e sei megaelettronvolt (MeV), offre il potenziale per superare di gran lunga i dispositivi a beta-radioisotopi, le cui energie di decadimento raggiungono al massimo diverse decine di kiloelettronvolt (keV).
Tuttavia, data la loro penetrazione estremamente breve nei solidi, le particelle alfa perdono energia attraverso l’effetto di auto-assorbimento.