Il 50% di un miliardo e 300 milioni di abitanti dell'India è sotto i 27 anni. Un dato strabiliante che fa immaginare come il futuro, tutto il futuro, sia in mano al cosiddetto subcontinente indiano.
Di certo avrà in mano il futuro tecnologico. Una tale massa di nativi digitali, infatti non solo farà in modo che la quarta rivoluzione industriale attecchisca potentemente nel paese ma ne diventerà – nel suo insieme - la guida mondiale. Saranno loro a pilotare i droni, a gestire la “internet delle cose”, a sviluppare le nanotecnologie, a potenziare la robotica, a far decollare l’intelligenza artificiale e tutti gli altri ingredienti della tecnologia.
Dell’innovazione tecnica beneficeranno tutti i settori: l’agricoltura (il presidente Modi vuole il raddoppio dei redditi degli agricoltori per il 2022), l’industria, la medicina e la sanità, la sicurezza, la finanza, le infrastrutture. Di qui l’urgenza, avvertita dal premier, di governare questa immane onda positiva che si sta già abbattendo su ogni aspetto della vita degli indiani.
In partenariato con il World Economic Forum è stato istituito il “Centro per la quarta rivoluzione industriale”, a Mumbai. Con lo staff più giovane al mondo e tecnologicamente molto scolarizzato, con forti incentivi dello Stato federale e con il vivace tessuto sociale della città più vorticosa del paese, potrebbe essere davvero l’India a porsi alla guida di una nuova prosperità dai connotati hi-tech.