L’intelligenza artificiale (IA) ha il potenziale di trasformare radicalmente la struttura del sistema produttivo di un paese. Per questo sarà importante essere preparati a gestire l’onda dell’IA senza esserne travolti.
Al fine di monitorare il livello di preparazione nazionale nel gestire la sfida posta dall’IA, il Fondo monetario internazionale ha sviluppato un indicatore che aggrega in un unico valore indicatori relativi a quattro macroaree: infrastrutture digitali, capitale umano e mercato del lavoro, innovazione e integrazione economica, regolamentazione.
Il risultato, che varia da un minimo di 0 a un massimo di 1 (con il valore più alto registrato da Singapore con 0,80), offre interessanti informazioni sulla situazione attuale nell’Ue, che si posiziona bene a livello globale (0,66 in media contro lo 0,74 nord-americano e lo 0,52 asiatico), ma presenta una forte eterogeneità interna.
Se la Danimarca supera persino gli Stati Uniti (0,78 contro 0,77), la Polonia, poco distante, mostra un risultato significativamente inferiore alla media delle economie avanzate (0,60 contro 0,68).
In generale, si nota una netta demarcazione tra l’Europa settentrionale e i paesi baltici, altamente competitivi a livello globale, e l’Europa orientale e meridionale. L’Italia fa parte del secondo blocco, con un indice di 0,62, si colloca al di sotto sia della media del G7 (0,72) che di quella delle economie avanzate (0,68).