Microsoft ha spodestato Apple: è ora la società quotata di maggior valore al mondo. Il gigante del software ha chiuso venerdì con un valore di mercato di oltre 851 miliardi di dollari rispetto agli 847 mld di Apple.
Le azioni di Apple sono diminuite di quasi il 25% da ottobre a causa delle preoccupazioni per il rallentamento nella vendita di smartphone e la possibilità di ulteriori dazi statunitensi per i prodotti realizzati in Cina. Ma la mela morsicata, ad esempio per ricavi e utili, resta la società più grande.
Per ora, tuttavia, gli investitori scommettono sul fatto che le prospettive di Microsoft siano più brillanti. Microsoft è pronta per una crescita significativa, dal momento che sempre più aziende sottoscrivono i prodotti cloud, il vero motore del colosso negli anni più recenti. Apple, al contrario, dipende dalla spesa dei consumatori, che gli investitori temono possa ora rallentare.
In realtà le due multinazionali nordamericane non sono più in competizione tra loro: sono diventate altra cosa rispetto a ciò che erano ai tempi di Steve Jobs e di Bill Gates. Una (Microsoft) orientata al business, tutta soft e nessun hard. L’altra (Apple) rivoluzionaria, un’impresa che si era proposta di spezzare le logiche della produzione industriale nel settore a maggiore velocità di innovazione del momento. Una contro l’altra. La caduta e poi l’ascesa, fino alla consacrazione di Steve Jobs. La lotta, l’amicizia e il rispetto reciproco dopo gli scontri. La morte di Jobs, nel momento di massimo successo di Apple, l’uscita di Gates da una Microsoft in fase calante e, infine, il suo impegno umanitario.
Poi i successori: prima Steve Ballmer, ora l’indiano Satya Nadella alla guida di Microsoft. Tim Cook a capo di Apple. Altre teste, altre aziende.
La sfida che contava, quella degli anni ruggenti, è stata comunque vinta da Apple. Ma Microsoft non ha perso. Il mondo è cambiato grazie a uomini come Gates e Jobs. Uno scontro ad alto rischio nel quale alla fine ha vinto chi ha innovato di più.
Adesso, tuttavia, comincia un’altra sfida per entrambe. Microsoft è alla ricerca di un’anima precisa, che le eviti di fare la fine tra le altre di Ibm, diventando un discreto portatore d’acqua e di dividendi ai propri azionisti, ma a rimorchio della storia. Apple, dal canto suo, deve abbandonare la strada del lifting permanente al vecchio catalogo e introdurre nuovi prodotti.