Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e i procuratori generali di 16 stati americani hanno fatto causa ad Apple, mettendo nel mirino l’iPhone e il redditizio ecosistema di iOs.
L’accusa è che Apple abbia creato un “monopolio dell’iPhone” e che il presunto comportamento anticoncorrenziale dell’azienda vada ben oltre gli smartphone. L’azione legale cita infatti anche i servizi finanziari e di fitness, i giochi, i media e altri settori interessati dall’approccio chiuso di Apple.
“Questa causa mira a liberare i mercati degli smartphone dalla condotta anticoncorrenziale ed escludente di Apple e a ripristinare la concorrenza per abbassare i prezzi degli smartphone per i consumatori, ridurre i costi per gli sviluppatori e preservare l’innovazione per il futuro”, si legge nella documentazione.
“Negli ultimi due decenni Apple è diventata una delle aziende di maggior successo al mondo”, ha dichiarato giovedì mattina il procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Garland, sottolineando come la società di Tim Cook abbia un fatturato maggiore rispetto al Pil di oltre 100 Paesi. Secondo Garland, per mantenere la sua presa sul mercato, “Apple degrada consapevolmente e deliberatamente la qualità e la sicurezza dei suoi prodotti” e soffoca l’innovazione.