L’Amministrazione per la sicurezza nucleare nazionale, che conserva i depositi di armi atomiche Usa, e il Dipartimento per l’energia hanno prove che gli hacker hanno violato i loro network nell’ambito di una più vasta operazione di spionaggio che ha colpito almeno una mezza dozzina di agenzie federali.
L’attività sospetta è stata individuata anche nei laboratori nazionali di Los Alamos e Sandia in New Mexico e a Washington. È in quest’ultimo Stato che durante la Seconda guerra mondiale e la ‘guerra fredda’, gli Stati Uniti hanno prodotto i due terzi del loro plutonio, ma il sito non è attivo dal 1971.
L’obiettivo dell’attacco alla Federal Energy Regulatory Commission era probabilmente di interrompere la rete elettrica del Paese. L’Agenzia non gestisce direttamente alcun flusso di energia, ma memorizza dati sensibili che potrebbero essere utilizzati per attacchi futuri.