Dopo anni di crescita esplosiva persino il principale mercato di veicoli elettrici, la Cina, mostra segni di rallentamento. La frenata della domanda interna sta spingendo i colossi domestici del settore, ampiamente sussidiati dal governo, a sfidare i giganti globali del settore automotive.
Secondo una stima di Bernstein Research, tra il 2023 e il 2025 le case automobilistiche cinesi dovrebbero aumentare la produzione di 5 milioni di auto, la maggior parte delle quali veicoli elettrici. E nello stesso periodo si prevede che le vendite di veicoli elettrici in Cina cresceranno di circa 3,7 milioni.
La sola Byd, punta di diamante delle case automobilistiche cinesi sostenuta anche dallo statunitense Warren Buffett, ha raggiunto a dicembre una capacità produttiva di 4 milioni di auto all’anno nella sola Cina: 1 milione in più di quelle vendute nel 2023.
La conseguenza è che l’azienda guarda sempre di più al mercato estero. Quest’anno il suo primo stabilimento estero, in Uzbekistan, ha cominciato a consegnare vetture e un secondo in Thailandia comincerà le consegne a luglio. L’azienda, inoltre, si prepara ad aprire altre due fabbriche in Brasile e in Ungheria e studia la possibilità di costruirne uno in Messico, orientato al mercato americano.
Un’espansione fortemente incoraggiata dal governo di Pechino che mette in allarme i costruttori europei.