La flessione complessiva dei cinque maggiori mercati, che pesano per il 69,8% del totale, è dello 0,3% nel mese, con una contrazione delle vendite di auto diesel del 13%, particolarmente in Spagna (-29%) e in Italia (-21%), mentre in Germania si registra una crescita sia a gennaio (+2,1%) sia a febbraio (+3%, con una quota del 32,6%)".
Scudieri aggiunge che "il rallentamento dell'economia europea già in atto da alcuni mesi, in particolare nell'Eurozona, potrebbe avere un impatto significativo sulla vendita di automobili nei mesi a venire". Tra i fattori di incertezza Scudieri ricorda i rischi derivanti da un aumento della volatilità dei mercati finanziari, la possibile imposizione di dazi doganali nelle importazioni di auto e componenti negli Usa, la Brexit e le elezioni europee, senza dimenticare l'impatto dei nuovi target europei di riduzione delle emissioni di CO2 fissati per il 2025 e 2030, sui piani di sviluppo dei costruttori europei di auto.
A questi fattori, occorre aggiungerne un altro: l'auto non è più considerata dalle generazioni più giovani un bene da porre in cima alla lista dei desideri. Fenomeno che soprattutto negli Stati Uniti sta assumendo un connotato sempre più evidente.