Herbert Diess è diventato direttore del gruppo Volkswagen nel mese di luglio del 2015. Non sapeva di aver accettato il corrispettivo ruolo di capitano del Titanic nei primi mesi del 1912. Poco prima del disastro, due mesi nel caso di Diess. Per Volkswagen l'iceberg in agguato nelle acque scure era il dieselgate.
Nonostante questa tegola, meno di tre anni dopo, Diess, che compie 60 anni a ottobre, è pronto a rimpiazzare Matthias Müller come amministratore delegato della VW. La decisione sarà ufficializzata venerdì 13 aprile. Il nuovo probabile ceo è un cittadino austriaco nato a Monaco, che ha avuto una lunga carriera negli alti ranghi dell'industria automobilistica europea. Con in tasca un PhD in ingegneria meccanica ha iniziato in Bosch nel 1989, dove ha ricoperto vari ruoli dirigenziali prima di entrare nella BMW nel 1996 come direttore della pianificazione strutturale.
Ma è nel ruolo di responsabile acquisti Bmw, ricoperto dal 2007 al 2012, che Diess si è costruito una reputazione come abile nel ridurre i costi e aumentare l’efficienza. E i risultati si sono visti, seppur con un rovescio della medaglia. I rapporti con i sindacati sono sempre stati tesi.
Ma Diess è sopravvissuto anche a questo. Ha ottenuto da Müller l’ok per garantire i posti di lavoro VW fino al 2025, in cambio dell'approvazione da parte dei rappresentanti dei lavoratori al traghettamento dell'azienda verso l’e-mobility. Che alla fine guiderà lui e non Müller. Anche se non sarà una passeggiata.