Robert Bosch, leader mondiale nella fornitura di componenti per automobili, ha comunicato l’intenzione di tagliare fino a 5.500 posti di lavoro (3.800 in Germania), segnalando ulteriori criticità per il settore automobilistico tedesco, già messo sotto pressione dalla concorrenza dei produttori cinesi sui prezzi e dalla domanda in calo.
La divisione Cross-Domain Computing Solutions, responsabile tra l’altro dei sistemi di assistenza alla guida e automazione, è quella più colpita: entro la fine del 2027 andranno persi 3.500 posti di lavoro, di cui circa la metà in Germania.
Il consiglio di fabbrica di Bosch e il sindacato dei metalmeccanici IG Metall hanno dichiarato ferma opposizione. “Organizzeremo la nostra resistenza contro questi tagli, ad ogni livello”, ha fatto sapere Frank Sell, vicepresidente del consiglio di fabbrica.
All’inizio di quest’anno, inoltre, Bosch aveva già delineato un più ampio sforzo di ristrutturazione che prevedeva una riduzione fino a 10mila posti di lavoro nel corso del decennio. Il piano mirava ad affrontare le sfide del settore automobilistico e ad adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato. Che nel frattempo sono peggiorate.
Il problema, secondo Bosch, un colosso che nel 2023 ha registrato ricavi per 91 miliardi di euro (+8%) e 4,8 miliardi di Ebit (ovvero il margine operativo lordo, che esprime l’utile ottenuto dall’impresa prima di avere sostenuto gli oneri finanziari, così come quelli fiscali), è che resta ancora un notevole eccesso di capacità nel settore.