Spirano venti di crisi sempre più forti in Germania, dove il sindacato dei metalmeccanici IG Metall ed il consiglio di fabbrica di Volkswagen ora si dicono pronti ad accettare una riduzione degli stipendi per tagliare i costi senza ricorrere alla chiusura degli impianti e ai licenziamenti.
Il piano, già presentato al management della casa automobilistica, ridurrebbe i costi del lavoro di circa 1,5 miliardi di euro, ha spiegato il responsabile distrettuale dell’IG Metall, Thorsten Gröger.
Una decisione straordinaria spiegata così dalla presidente del consiglio dei lavoratori Daniela Cavallo: “È un contro-modello al piano del consiglio di amministrazione di tagliare posti di lavoro, che impedisce il futuro invece di crearlo”.
Nelle scorse settimane lo stesso consiglio aveva reso noto che l’azienda (che ha anche annunciato un crollo dei profitti del 64%) è pronta a chiudere almeno tre impianti (su nove presenti) in Germania, a causa dei risparmi indispensabili ad affrontare la crisi del settore che sta colpendo il gruppo.
Dal 2019, le case automobilistiche tedesche hanno perso circa 46.000 posti di lavoro nel contesto di un passaggio a una maggiore produzione di veicoli elettrici.
La concorrenza con i veicoli cinesi (più economici) e un malessere economico generale in Germania hanno ulteriormente danneggiato l’industria automobilistica, il cuore pulsante di quella che ad oggi resta comunque la prima economia europea.