Novemila chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità dove sfrecciare ad almeno 250 km/h. Questi sono i numeri europei. L'Italia, che sfiora i mille chilometri, ha inaugurato la prima tratta nel 1977: collegava Roma a Firenze. È, poi, toccato alla rete francese, che fu avviata con la Parigi-Lione nel 1981, ha raggiunto lo scorso anno i 2.700 km, mentre quella spagnola, che ha visto la luce soltanto nel 1992 con la Madrid-Siviglia, è ora la più estesa e supera i 3 mila km. Quella tedesca viaggia intorno ai 1.700 km.
L’azienda pubblica francese Sncf – ancora al centro dello scontro tra governo e sindacati - risulta l’operatore leader in Europa: includendo anche Eurostar che svolge i servizi sull’Eurotunnel tra Parigi e Londra, trasporta circa 54 miliardi di passeggeri km all’anno, un dato ormai stabilizzatosi da alcuni anni. La seconda è Deutsche Bahn, con 27 mld di passeggeri km, mentre la spagnola Renfe risulta la più piccola, nonostante la grande estensione della rete del paese, con poco più di 14 mld.
Quello italiano è un caso particolare, l’unico che vede la presenza di due operatori in concorrenza. Negli altri tre paesi resiste, per ora, il monopolio pubblico. Si può stimare che nel 2017 il traffico totale sulla rete alta velocità sia stato di 19 miliardi di passeggeri per km, di cui 5,3 trasportati da Italo e 13,8 da Trenitalia. L’Italia è, così, passata dai 12 mld di passeggeri annui per km di linea del 2009, ultimo anno prima della completa entrata in esercizio della rete, ai 19 mld del 2017, con una crescita complessiva del 67%. L’aumento ha permesso di raggiungere il livello di produttività della rete tedesca e di avvicinare quello francese, che potrebbe subire il sorpasso italiano nei prossimi anni se le tendenze in atto non dovessero cambiare.
L’arrivo nel 2012 della concorrenza sulla rete italiana ha accelerato la crescita dell’offerta e favorito un aumento più che proporzionale della domanda, con conseguente aumento del load factor, ormai pervenuto al livello dei vettori aerei (76 per cento per Italo nel 2016). Rilevanti i benefici anche per i consumatori, misurabili attraverso la minore spesa per km viaggiato. La riuscita apertura al mercato è stata ulteriormente confermata da altri numeri, quelli che hanno definito la valutazione fornita al fondo statunitense Global Infrastructure Partners al momento della recente acquisizione di Italo.